lunedì 24 marzo 2008

COSI' FINISCE UNA STORIA D'AMORE E LA LETTERA DIVENTA UN OPERA D'ARTE

La lettera è una qualunque lettera d'addio, se si può dire qualunque di un congedo. Breve, una paginetta. Accendi il computer un giorno e lei è lì. Sta tutta intera davanti a te nel primo foglio dello schermo. Premi il cursore per scendere, ne cerchi ancora ma non serve: è finita. Lui è garbato, formalmente ineccepibile, apparentemente addolorato. È colto, inoltre. Un uomo che sa usare le pause e gli a capo. Sa toccare le corde dell'altrui colpa sfiorandole appena, sa attribuirne un poco a sé come un difetto congenito, piccolo male non imputabile. Uno scrittore, forse. Di certo uno che lavora con le parole. Il repertorio è classico, si direbbe un'antologia. "Avrei preferito parlarti a voce, infine ti scrivo". "Ho creduto che avrei potuto darti il bene" "che il tuo amore fosse benefico per me". "Non ti ho mai mentito e non comincerò a farlo oggi". "Mi dicesti che quando avremmo cessato di amarci non avremmo più potuto vederci: una regola che mi pare dolorosa e ingiusta. Tuttavia: non potrò diventare per te un amico". Alcune specifiche di questa storia, poi l'inevitabile "ti ho amata nel mio modo e continuerò a farlo, non cesserò di portarti con me". La chiusura, infine. "Avrei preferito che le cose andassero diversamente". Le ultime quattro parole. "Abbi cura di te".
"Take care of yourself, prenez soin de vous, cuidate mucho". È qui, è sull'incongruenza emotiva di una frase che ha le sembianze di una premura - non si può respingere un invito così, eppure non si può accettare se allegato al dolore dell'addio - che Sophie Calle costruisce la sua opera d'arte. Il suo libro ha la copertina rosa, lucida come una carta di caramella. Se fosse tradotto in italiano (non lo è, per qualche misteriosa ragione non è tradotto nella nostra lingua nessuno dei suoi libri, nel resto del mondo oggetti di culto) s'intitolerebbe "Abbi cura di te". Seduce fuori e tormenta dentro. Fa ridere e fa piangere, ammala e guarisce. Non si può lasciare senza averlo attraversato fino in fondo. Ci sono tutte le domande, tutte le risposte: c'è soprattutto un'ironia formidabile, una malinconica saggia ironia venata di amarezza, la medicina di ogni male.
Calle è un'artista tra le più amate del nostro tempo. Un'icona della modernità, una Louise Bourgeois del nuovo secolo. Il Centre Pompidou le ha dedicato per i suoi cinquant'anni una retrospettiva. La Francia le ha affidato il padiglione di quest'ultima Biennale di Venezia: lei lo ha dedicato a raccontare come finisce un amore. Ha proiettato i video ( guarda lo speciale interattivo ) di molte delle 107 donne che leggono la mail di addio del suo amante: celebri e sconosciute, Jeanne Moreau e una studentessa di scuola media, Luciana Littizzetto e una cartomante, Victoria Abril e una stella dell'Opera. Un avvocato, una psicanalista, Laurie Anderson, una scrittrice di parole crociate, una campionessa di tiro con la carabina, una esegeta di talmud, Maria de Medeiros, la figlia "segreta" di Mitterand, una giocatrice di scacchi. A ciascuna ha chiesto cosa significa abbi cura di te, come si fa ad averne, come si affronta e come si supera il vuoto spaventoso dell'assenza? Ciascuna ha risposto nel suo modo: con un referto, con una canzone, con un gioco. La mostra, a Venezia - "Take care of yourself" - è stata visitata da migliaia di persone, è ancora lì fino a fine novembre. Il tam tam sotterraneo (dei visitatori, delle visitatrici) ne ha fatto una meta di pellegrinaggio. Di seguito è venuto il libro, ormai introvabile. Più di quello del 1981, L'Hotel: Calle si fece assumere a Venezia come cameriera in un albergo, fotografò le stanze appena lasciate dai clienti, i letti sfatti i loro oggetti abbandonati. Più di The adress book, 1983: trovò un'agenda per strada, chiamò tutti i numeri chiedendo a chi rispondeva di parlarle del proprietario, pubblicò tutti i giorni su "Liberation" i resoconti delle interviste infine un volume col ritratto collettivo di un uomo mai visto. Più ancora di "Double game" scritto a quattro mani con Paul Auster: lui si ispira a lei per il personaggio di Maria nel romanzo Leviathan, lei si immedesima in Maria e ne veste i panni.
Torniamo all'amore, però. Alla lettera. Al libro e al cammino che si attraversa per prendersi cura di sé. In principio la ragione: che il testo passi all'esame dell'intelletto, i freddi strumenti del raziocinio. La e-mail è tradotta in codice morse, in linguaggio esadecimale, in braille, in stenografico e in codice a barre. In trascrizione fonetica, in sms. Poi l'analisi del testo come fosse un canto della "Divina Commedia". Aspetto tipografico, paratesto, genere, enunciato, vocabolario, analisi logica e grammaticale. Lunghezza (con istogrammi in blu) delle ventidue frasi. Evidenza delle forme verbali: quanti gerundi, quanti imperativi, quanti condizionali. Frequenza del soggetto: io il triplo di tu. Riferimenti letterari. I Fratelli Karamazov, Resurrezione, La Repubblica di Platone. Per "abbi cura di te" senz'altro Emma di Jane Austen.
Ora che è stata sezionata come un corpo sul tavolo dell'anatomo patologo rivediamola da viva, questa lettera. Passi pure l'esame degli altri: le altre donne. Nelle mani di una cartoonist diventa una striscia comica, la giornalista di agenzia ne fa un lancio, il giudice una sentenza. La sessuologa risponde con una ricetta su carta intestata dell'ospedale: "No, non posso prescriverle antidepressivi. Lei è solo triste. Un evento doloroso fa male ma la soluzione non può essere chimica". La psicanalista si sofferma sulla "brutalità della vacuità della frase omicida finale": un "banale take care al posto di un addio. Come dire abbi cura di te stessa perché non sarò io a farlo". L'avvocato suggerisce due anni di carcere e trentasettemila euro di ammenda per il soggetto, colpevole di truffa e contraffazione. Florence Aubenas (giornalista lungamente sequestrata in Iraq) le scrive che la sua lettera non sarà pubblicata: troppo personale. La criminologa analizza il soggetto mittente: "Un uomo intelligente, colto, di buon livello socioculturale, elegante, seducente, orgoglioso narcisista ed egoista". "Psicologicamente pericoloso o/e grande scrittore". L'esegeta di talmud affronta sul testo una disputa rabbinica. Ne ragionano una filosofa, un'antropologa, un'esperta di diritti delle donne all'Onu, una docente di fisica. Marie Dasplechine, scrittrice, ne fa una novella per bambini. La maestra elementare in bella calligrafia la propone come compito agli alunni con cinque consegne: "Dai un titolo a questo racconto, chi è il protagonista? qual è il problema? In che modo il protagonista lo risolve? Trova un altro finale alla storia". Ambra, nove anni e mezzo, lo svolge: "Sembra che lui l'ami. Se l'ama non capisco perché la lascia. È una storia triste". La paroliera la trasforma nel testo di una canzone, la compositrice classica in un brano per pianoforte. L'esperta di bon ton la boccia categoricamente e propone un nuovo testo: sette righe scritte con penna stilografica su carta velina, impeccabili per assenza di vanità. La cartomante fa i tarocchi: l'eremita, il matto, l'imperatrice, la luna, l'impiccato. Un'agente dei servizi segreti la critta usando la parola chiave "rottura".
La redattrice di parole crociate ne fa un fenomenale cruciverba: memorabili le definizioni di "benefico", "irrimediabile", "amante". Per centinaia di pagine si avvicendano l'esperta di letteratura comparata e la sociologa (ne fa un saggio: "L'esacerbarsi dell'amore eterosessuale in Occidente"), la storica e la giocatrice di scacchi ("Il re nero perde: analisi della partita"). La latinista traduce: "Ego quidem voluissem res alio vertere. Cura ut valeas". Dunque in latino la frase omicida si dice così: cura ut valeas. L'architetto di interni ne fa mille copie da distribuire agli ospiti in visita, le impila in un contenitore, la contabile la trasforma in un bilancio economico del dare e dell'avere in amore. La maestra di ikebana due composizioni floreali, la madre una lettera alla figlia: "Amore mio, si lascia e si è lasciati, è questo il nome del gioco. Sono sicura che anche questo sarà per te fonte d'ispirazione artistica. Mi sbaglio?".
Già arrivati fin qui, a due terzi del libro, va meglio. Si è molto riso, si è molto ascoltato il rumore del mondo. Ecco dunque il momento di sedersi a godere lo spettacolo. Dei quattro cd rom allegati (la seduta dal consulente familiare, la conversazione con la speaker della radio, il film realizzato dalla regista Letitia Masson) l'ultimo contiene le immagini di chi ha risposto con la voce e coi gesti. Una clown. Una stella della danza all'Opera di Parigi. Jeanne Moreau che legge nella penombra di una stanza, commenta con voce roca, si ferma, riprende, si emoziona. La tiratrice di carabina che del foglio con la mail fa un bersaglio, prende la mira e spara. Luciana Littizzetto che la legge nella cucina di casa sua, a Torino, mentre affetta una cipolla: sarcasmo e lacrime. Victoria Abril ancora nel letto di "Legami" che dalle lenzuola sfatte rimprovera Sophie: "Gli hai dato troppe condizioni, gli hai detto che dopo la fine dell'amore non avresti voluto vederlo più, gli hai chiesto di non essere l'altra, la quarta delle sue donne. Ma, Sophie, in amore non si dettano regole. Hai sbagliato". Un'attrice giapponese con la maschera di gesso, una ballerina indiana che danza, una cantante di tango. Un pupo di cartapesta (femmina), una rapper. Un'interprete di fado portoghese, una soprano lirica, una cantautrice berlinese. Alla fine resta Brenda, maestoso pappagallo bianco con cresta dorata (femmina): col becco fa a pezzi la lettera, la assaggia, ne mangia un po', non gli piace, la butta. Chiude l'autrice: una frase in caratteri minuscoli, ultima pagina. "Questo è tutto riguardo alla lettera. Non riguardo all'uomo che l'ha scritta...". Il libro, naturalmente, è dedicato a lui. ( 11 novembre 2007 )
di CONCITA DE GREGORIO ( fonte http://www.repubblica.it)

ADDIO VIA SMS

Dal cellulare alle email, dilaga l'uso della tecnologia per comunicare la fine di una relazione. La ricerca di un sito britannico
Due parole secche: “Ti lascio”. E' sempre un dramma sentirsele dire come termine di una relazione . Peggio ancora doverle leggere sul display di un cellullare o sullo schermo del pc.
Già, perché sembra stia diventando sempre più diffusa la pratica di scaricare la propria metà via sms o email .
Un sondaggio condotto da moneysupermarket.com mostra che almeno una persona su sette ha vissuto l'esperienza provata da Kevin Federline , l'ex marito di Britney Spears, il quale ha saputo da terzi della causa di separazione inoltrata dalla pepata mogliettina, mentre era impegnato nella registrazione di uno show.
Il sondaggio ha mostrato che il 15 percento delle 2.194 persone sentite ha subito la triste sorte di leggere il fatidico “Tra noi è finita” via sms o posta elettronica. Ma ci sono forse segnali di redenzione da patologia tecnologica: un quarto del campione nella fascia tra i 18 e i 24 anni – molto sensibile al fascino della tecnologia – ammette che, se si presentasse il caso, sceglierebbe una più tradizionale lettera cartacea . Della volontà di dirlo di persona non vi è tuttavia traccia.
Certo, il sistema può sembrare alquanto vigliacco , ma è sempre meglio di quanto fa il quattro percento del campione intervistato, che per terminare una storia d'amore semplicemente ha confessato di tagliare ogni comunicazione senza più dare notizia di sé.
"La maggior parte di noi spedisce mail o sms – dice Rob Barnes di moneysupermarket.com – quindi non cè da sorprendersi se molti usano questi strumenti anche per comunicazioni di questo genere, per quanto sia sgradevole".
La pratica sembrerebbe inoltre investire tutte le culture e le latitudini. Di recente in Egitto, una donna ha chiesto chiarimenti ad un tribunale riguardo la validità legale della dichiarazione di divorzio ricevuta da suo marito tramite sms. La donna, Iqbal Abul Nasr , un'ingegnere del Cairo, aveva perso una telefonata da parte del coniuge e poco dopo ha letto sul suo telefono cellulare: "Divorzio da te perché non hai risposto a tuo marito".
Certo, in questo caso bisogna considerare che in linea con la sharia , la legge islamica, non è necessario che gli uomini vadano in tribunale per presentare istanza di divorzio. Qualora la corte dichiarasse legittima la richiesta, si tratterebbe del primo caso mondiale di divorzio tramite sms. Ma non sembra che la cosa sia destinata a ripetersi. Il caso infatti ha scatenato sconcerto nel mondo musulmano e alcuni paesi, come la Malesia , hanno abolito la pratica. Articolo tratto da ALICE Notizie (www.alice.it)

BOOM DELL'AMORE.IT - LA SPOSA PERFETTA E' ONLINE

Laura si chiama proprio Laura. Dice che non le interessa nascondersi dietro un nome di fantasia primo perché "è un nome così comune, ce ne sono milioni", secondo perché "nascondersi da cosa? Di che ci sarebbe da vergognarsi? Di aver conosciuto mio marito in Internet? Non l'ho mica conosciuto nella dark room di un club sadomaso".
Ride. "Comunque guardi che se poi uno si trova ed è felice per me anche la dark room va bene, per carità, è solo questione di gusti. Io sono una persona tranquilla, rispetto e voglio essere rispettata. Venivo da una serie di storie finite male e non volevo avventure, niente bar niente locali strani: volevo essere sicura di trovare un uomo serio e per questo Internet è il posto più sicuro che c'è".
Il posto più sicuro che c'è. Lo dice così: punto, fine della frase. "Sì lo so cosa sta per rispondere: che sulle chat si fanno incontri torbidi, che è pieno il mondo di ragazze che spariscono e poi le trovano accoltellate dall'ultimo tizio dell'ultimo appuntamento, un maniaco seriale. Sarà anche vero, non dubito, ma il problema non è il luogo o il mezzo attraverso cui le persone si incontrano: sono le persone, come si comportano, cosa vogliono, che rischi prendono. Intendo dire che conoscersi in una chat o su un sito dedicato non è diverso da trovarsi in discoteca, a casa di amici, in assemblea all'università".
"All'inizio sei sempre davanti a uno sconosciuto: vederlo in faccia o leggerlo e vederlo in video non è che sia tanto diverso. Da lì in poi sei tu che decidi, stabilisci le regole prendi le precauzioni: Internet è un posto neutro, sei tu che lo riempi di te". Laura ha 33 anni, una laurea in filosofia "del tutto inutile a campare", nessun lavoro nemmeno precario: quando ci incontriamo sta facendo la baby sitter alla figlia di un'amica, la bimba dorme. "Mi alleno. Il nostro nasce in primavera".
Con Giovanni - conosciuto attraverso l'agenzia di incontri Internet "Parship", una delle tre che Laura aveva esplorato - si sono sposati l'anno scorso. "Sono felicissima. Non mi ero mai trovata bene con un uomo come con lui, e sì che quando l'ho conosciuto non ero proprio una ragazzina. Dubito che la nostra storia sia interessante, però. E' la storia normale di due persone normali. Insignificante...", ride ancora. Vediamo.
Perché su Internet, innanzitutto. "Perché lo conosco, lo uso molto, mi piace. Ci passo tanto tempo libero, la sera invece della tv per esempio. Era un periodo che stavo molto da sola, ho detto: proviamo a vedere come funzionano queste agenzie per incontrarsi. Così, tanto per parlare con qualcuno. Avevo avuto due storie lunghe molto deludenti: avevo poca fiducia negli uomini, si può dire o è banale? Comunque sì, non mi andava tanto di uscire, vestirmi, incontrare. Meglio stare a casa e scrivere.
Della prima storia non c'è tanto da dire. Era un ragazzo del mio paese, ci siamo messi insieme a 16 anni, siamo stati fidanzati per 7. Mi veniva a prendere a scuola, cose così. Poi io mi sono trasferita per l'Università, sono andata a stare in città. E' finita subito. Le storie a distanza non funzionano.
All'Università ho conosciuto un compagno di studi: 4 anni insieme, un inferno. Diciamo che la fedeltà non era una sua caratteristica. Ero gelosa in un modo ossessivo, tirava fuori il peggio di me. Per fortuna è finita. Mi sono trasferita ancora per cercare lavoro, c'è stata qualche storiella così, niente di che. Ero stanca, non avevo più voglia e neanche più tempo da dedicare a nessuno.
Ero fuori sede, conoscevo poca gente, stavo spesso sola, la sera, a casa. Così mi sono iscritta a due o tre di queste agenzie Internet: è gratis, è divertente. In quella dove ho trovato Giovanni c'è un filtro iniziale: devi fare un questionario molto lungo e dettagliato. Lungo, ci vuole almeno mezz'ora. Poi loro ti trovano una rosa di persone da proporti: a me una decina.
Danno un punteggio di compatibilità. Con Giovanni non avevamo un punteggio alto, eppure ho provato: mi è piaciuta la sua prima frase, una cosa tipo "siamo qui forse a cercare la stessa cosa". Ci siamo scritti per mesi. Scriversi è bellissimo. Per posta si riescono a dire cose che altrimenti non ti diresti mai. Si aggiunge un'intimità incredibile. Per me era proprio il momento più bello del giorno: arrivare a casa la sera, alla fine della giornata, aprire il computer e mettersi a parlare. Raccontare, dire. Ascoltare. Bellissimo. Avevo anche un po' di paura a incontrarlo: pensavo magari poi finisce tutto. Sa, quando ti vedi poi è diverso. Invece no, era proprio come mi aspettavo che fosse. Come lo volevo".
E lui perché cercava una donna in Internet? "Perché non aveva tempo. Trentacinque anni, moltissimo lavoro fino a sera. Tanti lavori diversi. Arrivava a casa stanco, non aveva voglia di uscire. Quando ci siamo incontrati con tutto quello che ci eravamo scritti era come se ci conoscessimo da ragazzi: io lo sapevo che lui era così, ero sicura. Le volgarità, la gente che vuole solo storie da una sera, il pericolo: tutto questo si evita. Lo capisci subito se c'è un rischio, ci sono molti modi per evitarlo. Io chiudevo, per esempio. Stop, sparita. E poi la mia scheda parlava chiaro: sono risultata, dal test d'ingresso, una ragazza "sensibile e razionale in cerca di un rapporto stabile".
Lui era compatibile con me. Per ogni dubbio si poteva consultare una psicologa, la consulente del sito: risponde a un telefono cellulare, te lo danno quando ti abboni, quando trovi il contatto con l'altro. Io mi sono abbonata per 6 mesi, 150 euro mi pare, e ho chiamato subito la signora. Le ho chiesto molti consigli su come comportarmi, se accettare o no di vederlo, quando, dove incontrarlo. Per esempio: non a casa. Ci siamo visti per strada, la prima volta, abbiamo preso un caffè. E' passato del tempo prima che si aprisse una porta di casa...".
Quasi un anno dopo si sono sposati. Rito civile, abito bianco, parenti e pochi amici. I vostri genitori sanno come vi siete conosciuti? "No. I miei no perché non ci parliamo molto, sto fuori da casa da quando ero ragazzina mi sono sempre mantenuta da sola anche all'università. Non abbiamo un grande rapporto, sono figlia unica, sarebbe stato difficile e non valeva la pena. Lui non l'ha detto perché i suoi sono anziani e, come dice sempre, "Internet non sanno nemmeno cosa sia". Però i nostri amici lo sanno, tutti. E' normale. Anche suo cugino ha incontrato la sua fidanzata così.
E' più facile così che per strada, del resto". Adesso il bambino. "Siamo proprio emozionati. Magari avremmo preferito fare qualche viaggio prenderci un po' di tempo per noi ma è arrivato e va bene. Stiamo molto a casa, stiamo bene. Giovanni è senza nessun dubbio la persona migliore che abbia incontrato in vita mia. Retorico, banale? Io però l'avevo avvertita che la nostra è una storia qualunque: non c'è niente di strano, non interessa a nessuno". ( 20 dicembre 2007 )

CAUSE DEGLI ANNULLAMENTI ECCLESIASTICI

Le cause degli annullamenti: dal disturbo narcisistico al delirio di gelosia
Nella relazione del 2007 raccolte le motivazioni dei processi arrivati a conclusione
ROMA - La stragrande quantità di cause di nullità derivano da un «vizio di consenso» (o incapacità consensuale). E, seguendo il testo della relazione annuale della Rota Romana del 2007, ci si imbatte in una serie di cause psichiche molto variegate, tutte collegate al canone 1095 del diritto canonico («grave difetto di discrezione di giudizio» e «incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio »).
Ecco alcuni casi accettati come ragione di annullamento: «disturbo affettivo bipolare», «disturbo di personalità schizoide», «disturbo di personalità antisociale», «disturbo di personalità narcisistico », «sindrome ansioso-depressiva conseguente alla morte del primo coniuge», «personalità ossessivo- compulsiva», «personalità passivo- aggressiva e dipendenza dalla madre», «personalità borderline », «disturbo di personalità antisociale e narcisistico», «disturbo con aspetti ipertimici e associato ad abuso alcolico», «disturbo di personalità istrionico», «immaturità affettiva e sessuale», «disturbo di personalità connesso, tra l'altro, a grave sofferenza cerebrale di origine traumatica», «disturbo di personalità con aspetti misti ed evitanti », «personalità globalmente psicopatica», «delirio di gelosia con abuso alcolico», «paranoia alcolica », «marcata irresponsabilità connessa a una nevrosi d'ansia con componenti ossessive, a sua volta legata a infermità somatiche del soggetto».
In un caso di immaturità di donna ha contato «la giovanissima età al momento del matrimonio, 15 anni, la gravidanza intervenuta e la bassa capacità intellettiva». Poi ci sono i casi di «simulazione del consenso». «Caso di matrimonio di convenienza, celebrato dalla donna convenuta solo per conseguire l'agiatezza economica ». «Mentalità divorzistica acquisita dalla moglie durante la permanenza in Inghilterra negli anni sessanta ». Oppure: «La donna subordinava la durata del matrimonio alla responsabilizzazione dell'uomo. Si sposò perché era rimasta incinta e non voleva sottoporsi a un secondo aborto, dopo quello già compiuto durante la relazione prematrimoniale ». Capitolo prole, ovvero la volontà di avere figli. Causa di nullità legate alla deliberata assenza di figli: «Forte repulsione verso l'idea di maternità», «prevalente considerazione della prospettiva lavorativa », «paura che i figli rivivano le proprie esperienze negative», «desiderio di tutelare la propria libertà ». Nel 2003 fece sensazione una sentenza legata alla «mascolinità sicula di un uomo» che rivendicava «esagerata supremazia sulla fidanzata », dicendosi pronto al divorzio se «la donna non fosse stata all'altezza». Sempre quell'anno viene dichiarato nullo un matrimonio in cui una ragazza incinta aveva costretto il fidanzato a sposarla «minacciando di abortire», un chiaro caso (per i giudici) di «timore invalidante il consenso». Nel 1993 fece discutere quella di una coppia che non credeva nell'indissolubilità del matrimonio in quanto «succube di teorie legate all'atmosfera negativa suscitata dall'introduzione del divorzio in Italia».
Paolo Conti15 marzo 2008 (fonte
www.corriere.it)

E' ALLARME PER IL SESSO OLINE

Gb. E' allarme per il sesso online
Sondaggio del tabloid «Sun»: un inglese su tre ha iniziato una relazione via web. E Second-life «rovina» le famiglie

E proprio la rete è galeotta per un inglese su tre, che ha confessato di aver iniziato una relazione a sfondo sessuale grazie al web, mentre il 10% ha ammesso di essere andato a letto con almeno 11 partner incontrati online. Non solo. Un quarto degli intervistati ha pure confidato di usare internet alle spalle dei rispettivi compagni e addirittura l'80% non si è fatto problemi nel raccontare di visitare regolarmente siti pornografici, con le donne in leggera maggioranza per quanto riguarda il porno soft, mentre se parliamo di hardcore, qui i maschietti sono in netto vantaggio, con tre su quattro assolutamente «dipendenti» da questo tipo di visioni a luci rosse. Ovviamente, senza che in casa nessuno sospetti nulla, anche se un uomo su tre ammette di essere un «sex addict» della rete, mentre se parliamo di under-19, il dato supera addirittura il 50%, con conseguente distruzione della vita sociale ed affettiva.
QUADRO ALLARMANTE - Insomma, per stessa ammissione del giornale londinese, il quadro che se ne ricava è decisamente allarmante, sebbene figlio dei tempi, visto che negli ultimi anni si è assistito ad un cambiamento radicale nel modo di condurre le relazioni, con i cellulari (leggi sms ed mms) e la rete che hanno sostituito le precedenti forme di comunicazione e permesso una maggiore spregiudicatezza, avallata anche dall'anonimato (almeno nel caso del web). «Si è trattato di un cambiamento sociale mai visto prima - si legge sul tabloid - per questo l'educazione sessuale dei giorni nostri deve includere necessariamente anche le regole per il sesso sicuro su internet e i consigli per aiutare quanti sono affetti da tale dipendenza a stare lontani dalle emozioni facili del web, per concentrarsi sulla vita reale, spostando l'attenzione sulle loro relazioni sentimentali»..
ACCUSE A SECOND-LIFE - A dimostrazione di quanto pericolosa possa essere la rete per la vita sessuale, il giornale pubblica la testimonianza di Catherine Shilton, una quarantasettenne di
Wellingborough la cui vita familiare è stata completamente distrutta dalla scoperta che il compagno aveva una doppia vita su «Second Life». «Era ossessionato da una donna americana incontrata nel mondo virtuale e stava inchiodato al computer per ore. Hanno iniziato a fare "cyber-sex" e lui si vantava con lei di quanto bravo fosse a letto. Quattro mesi più tardi, ha prenotato un aereo per andarla a trovare. A quel punto, gli ho detto che era tutto finito. "Second Life" ha rovinato una storia d'amore di dieci anni e tolto un padre a un bambino di cinque». La noia e il brivido della trasgressione sono state, invece, la molla che ha spinto il 35enne londinese Jason McClain a «surfare» sui siti porno. Peccato che la cosa gli abbia poi preso la mano, tanto da trasformarlo, per sua stessa ammissione, in un «porn addict».
VERA MALATTIA - «L'emozione che mi dava la visione di quelle immagini esplicitamente sessuali mi permetteva di evadere dalla monotonia della mia vita ed ero capace di restare persino due o tre ore di fila con lo sguardo fisso sul monitor, in uno stato di quasi trance. Quando ho realizzato che ero diventato un dipendente dal sesso, ho anche capito che era arrivato il momento di farla finita e mi sono dato da fare per superare la mia condizione. Ci sono riuscito perché non ero in uno stadio avanzato, ma questa storia mi ha insegnato che questo tipo di dipendenza deve essere trattata alla stregua di un problema di alcool, fumo o droga».
STORIE A LIETO FINE - Fortunatamente, però, la rete non viene vista solo come una peccaminosa dispensatrice di vizi, ma in qualche caso può davvero aiutare a dare una sterzata positiva a una vita sessuale altrimenti piatta e monotona (lo credono 4 intervistati su 5), mentre sono sempre di più quelli che hanno trovato l'amore grazie a un
sito di appuntamenti online. Un esempio su tutti, quello di Sarah e Richard. Lei, mamma single 28enne e lui professore di computer 31enne, si sono incontrati online e dopo tre anni di fidanzamento, dal 2006 sono marito e moglie e, giurano, che non potrebbero essere più felici di così.
Simona Marchetti da www.corriere.it

IN AMORE CHI E’ BASSO E’ PIU’ GELOSO

AGI/AFP) - Parigi, 12 mar. - I bassi sono piu’ gelosi. Lo sostiene uno studio condotto congiuntamente dalle Universita’ di Groningen e Valencia. Dall’indagine su un campione rappresentativo di 549 spagnoli e olandesi, e’ emerso che i sentimenti di gelosia sono piu’ frequenti tra gli uomini e le donne di statura inferiore.
Ai partecipanti e’ stato chiesto di spiegare quanto si sentano gelosi e quali qualita’ di un potenziale rivale li mettessero piu’ a disagio. Ne e’ emerso che tra gli uomini e’ piu’ forte l’invidia per l’aspetto attraente, la ricchezza e la forza fisica dei rivali. Ma queste caratteristiche suscitano meno ansia tra chi dispone della “mezza bellezza” della statura.
Per le donne conta soprattutto l’avvenenza e il fascino, ma anche tra loro, quelle di statura superiore sono piu’ disposte a convivere con i pregi delle rivali. “Le donne alte sono piu’ dominanti e hanno piu’ capacita’ di combattere delle basse”, sostiene lo studio pubblicato dal New Scientist e dalla rivista Evolution and Human Behavior. Per fortuna, per le signore esiste ancora un’arma di riserva: i tacchi alti. (AGI)

AMORE FRA COLLEGHI UTILE PER LA PRODUTTIVITA'

Roma, 29 feb. (Adnkronos) - Scrivanie 'roventi' a vantaggio della produttività, almeno in Norvegia. Sembra infatti, secondo uno studio della sessuologa norvegese Elsa Aalmas, che l'amore faccia bene al lavoro: le relazioni tra colleghi favoriscono il rendimento. Alla ricerca, che confuta un diffuso pregiudizio contro i flirt in ufficio, fa eco uno studio condotto in Italia dall'associazione 'Donne e qualità della vita' che, sotto la guida dalla sessuologa Serenella Salomoni, ha approfondito l'argomento su un gruppo di 480 italiani fra i 25 e i 55 anni, concentrandosi sulle dinamiche di un eventuale rapporto con il proprio capo. Dalla ricerca norvegese emerge che un lavoratore su cinque ha avuto almeno una relazione con un collega, e una coppia su dieci si è formata proprio sul posto di lavoro. In generale, poi, la gran parte degli intervistati è convinta che una storia con un vicino di scrivania dia più felicità ed energia: dunque si rende di più. "Le persone che legano con i colleghi - assicura la Aalmas - conoscono meglio i propri sentimenti e questo produce più energia e più capacità di lavoro". Ad analoghe conclusioni è arrivato lo studio italiano curato dalla Salomoni. Le persone intervistate e innamorate di un collega o di un superiore, sostengono di essere più produttive nel 65% dei casi. Un intervistato su tre afferma di superare abbondantemente l'orario di lavoro pur di stare vicino al partner. Con, a suo dire, ricadute positive per il proprio operato. Inoltre uno su due confessa di andare al lavoro più volentieri. Uno su cinque svela di portarsi perfino del lavoro a casa per mantenere un rapporto ideale e a distanza con la persona amata. Sempre secondo lo studio, non è vero che le relazioni in ufficio pregiudichino i rapporti di lavoro. Anzi: il 38% del campione sostiene di aver un buon rapporto con i colleghi, il 26% lo giudica discreto e il 36% grazie all'afflato amoroso pensa anche di più al lavoro. Inoltre, a tutto vantaggio dei datori di lavoro, chi è innamorato cambia posto mal volentieri. Un intervistato su sette ha addirittura rivelato di aver rifiutato offerte di altre ditte con aumenti di stipendio o promozioni solo per poter stare vicino alla persona amata. Nel dettaglio, il 65% delle donne innamorate in ufficio ha una relazione con un uomo in una posizione gerarchica superiore. Nel 20% dei casi la relazione è con un pari grado e soltanto il restante 15% del campione ha un flirt con un collega in una posizione inferiore. E le lavoratrici con una liason con un superiore sono anche disposte ad ammettere (una su tre) che tra i loro obiettivi c’è anche la possibilità di un avanzamento di carriera. Esigua, però, la percentuale di chi ammette di farlo esclusivamente per avanzare di grado. Appena il 15% delle donne definisce la propria relazione lavorativa 'strumentale', come il 5% degli uomini.

AMORE PER I FIGLI

L'amore per i figli nasce dalla testa
L'istinto di difesa si trova in una regione del cervello che guida i grandi a prendersi cura dei piccoli
LONDRA, (Regno Unito) – Sono tanti i motivi per cui papà e mamma si prendono cura della propria prole. Ci sono motivi romantici (figli dell'amore), motivi evoluzionisti (conservazione della specie), motivi di buon senso e motivi puramente organici. A questo proposito i neuro scienziati dell'Università di Oxford hanno scoperto la zona del cervello incaricata di questo tipico sentimento di cura genitoriale, giungendo a importanti conclusioni anche nella spiegazione dei cattivi comportamenti dei grandi.
LO STUDIO - La ricerca inglese,
come riferisce l'agenzia di stampa Reuters, oltre a fornire una visione scientifica dell'amore parentale, è cruciale nello spiegare le crisi depressive post-parto e gli episodi in cui mamma e papà tradiscono questo istinto. Secondo Morten Kringelbach, neuro scienziato che ha collaborato alla realizzazione dello studio, «si tratta di una teoria che precede addirittura le teorie evoluzioniste di Darwin». In sostanza, se i genitori non prestano le cure necessarie ai piccoli sarebbe colpa di una scarsa attività di una zona del cervello chiamata corteccia media orbitofrontale, situata in prossimità di un'area deputata al riconoscimento facciale. Quest'area del cervello, come è stato osservato empiricamente, reagisce in maniera vistosa solo di fronte al viso dei bambini. E quando qualcosa si inceppa l'istinto di tenerezza può venire meno.
TUTTO L'AMORE CHE C'È - Desmond Morris, lo studioso che per primo ha applicato le teorie e le tecniche di osservazione dell'etologia all'uomo, aveva già spiegato moltissimo dell'amore per i figli, osservando come i neonati, per massimizzare le possibilità di sopravvivenza, possiedono naturalmente alcune caratteristiche fisiche che sembrano "studiate" per commuovere anche l'adulto più cinico, stimolando in maniera spontanea un istinto di protezione nei grandi. Le pupille dilatate, il modo di guardare, la forma della testa: tutto sembra congegnato da madre natura per suscitare la protezione. Ma la ricerca va molto oltre questa visione, e ne fa una questione di pura attività cerebrale: la velocità impressionante con cui il cervello reagisce alla vista di un viso infantile trasforma questa reazione in un istinto quasi irrefrenabile. E se tutto funziona, per l'equipe di Oxford, non basta il degrado culturale, sociale, economico, non basta l'egoismo e neppure la cattiveria (ammesso che esistano esseri umani naturalmente cattivi) a spiegare l'infanticidio o la negazione di cure ai nostri bambini.
Emanuela Di Pasqua27 febbraio 2008 (fonte
www.corriere.it)

AMORE INCESTUOSO

Patrick e Susan, amore proibitoLa Corte: «L'incesto resta reato»
Nati dagli stessi genitori e cresciuti separatamente, hanno 4 figli. Già condannato, lui tornerà in carcere
Patrick S. e Susan K., due fratelli di Lipsia — stessi genitori — cresciuti separatamente e ricongiunti nel 2000. Una storia d'amore nata sulle macerie di una vicenda familiare drammatica, ma finita con la nascita di quattro figli DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO — La questione è tra le più complicate che l'umanità abbia dovuto affrontare. E, naturalmente, continua a suscitare divisioni, come in questi giorni in Germania. L'incesto, antico tabù. La Corte Suprema tedesca ha dichiarato in linea con la Costituzione la legge che lo considera un reato penale, punibile con il carcere. Con un solo voto contrario, i giudici hanno sostenuto che il paragrafo 173 del Codice Criminale tedesco «protegge l'ordine familiare punendo gli effetti dannosi dell'incesto». In particolare, dicono che è una difesa per il partner più debole della relazione. Inoltre, citano i rischi di malattie genetiche che possono colpire il figlio di un rapporto incestuoso.
Il caso su cui la Corte di Karlsruhe ha dovuto esprimersi è ormai famoso, in Germania. Riguarda Patrick S. e Susan K., due fratelli di Lipsia — stessi genitori — cresciuti separatamente e ricongiunti nel 2000. Una storia d'amore nata sulle macerie di una vicenda familiare drammatica, ma finita con la nascita di quattro figli. A causa di questa relazione, Patrick (che alla fine si è sottoposto a una vasectomia volontaria) ha già scontato due anni di prigione e ora tornerà in carcere per altri 30 mesi. Susan è stata sotto la vigilanza dell'assistenza sociale per sei mesi.
La storia dei due ragazzi — lui oggi ha trent'anni, lei 23 ma ne aveva 16 all'inizio della relazione — ha suscitato profonde divisioni nell'opinione pubblica. In Germania, ogni anno vengono condannate non più di una decina di persone per il reato di incesto. E per lo più si tratta di padri che abusano delle figlie. I sostenitori della legge, dunque, dicono che la norma e la pena vanno mantenute per limitare questi casi. In realtà, l'abuso di un genitore è punito da altre leggi e da ben altre pene, controbattono coloro che vorrebbero l'abolizione del paragrafo 173. Nel caso di due fratelli adulti consenzienti — sostengono — non ci sono ragioni sociali per una legge del genere, solo la difesa di un tabù sulla base di considerazioni morali contrarie alla libertà sessuale. Winfried Hassemer — il giudice costituzionale, di orientamento liberale, che ha espresso parere opposto agli altri sette colleghi della Corte Costituzionale tedesca — ha sostenuto che «allo stato attuale le regole sono basate esclusivamente su un credo morale invece di avere l'obiettivo di una protezione legale».
L'altra argomentazione della Corte — secondo la quale l'incesto può causare malattie genetiche nel figlio — è scientificamente fondata (non ne è una prova, ma tre su quattro dei figli di Patrick e Susan hanno malattie ereditarie). Gli oppositori del divieto, però, sottolineano che questa non può essere una ragione per criminalizzare l'incesto, altrimenti andrebbero puniti tutti i soggetti a rischio di provocare malattie genetiche nella prole, cosa che ovviamente non avviene. Su questa base, per dire, l'avvocato di Patrick e Susan sostiene che, in fondo, il divieto confina con l'eugenetica. Raramente fratello e sorella sviluppano un desiderio incestuoso. Se rimangono separati alla nascita e si ricongiungono in età adulta, però, hanno buone probabilità di sviluppare «un'attrazione sessuale genetica». Fatto sta che l'incesto è fuori legge in moltissimi Paesi. L'eccezione fu introdotta da Napoleone nel 1810 per la Francia, dove ancora oggi non è reato se tra adulti consenzienti. La Svezia, invece, è l'unico Paese europeo dove fratelli con un solo genitore in comune possono anche sposarsi. In Italia è curiosamente punito quando ne «derivi pubblico scandalo».
Danilo Taino15 marzo 2008 (fonte www.corriere.it)

PERCHE' SI E' FEDELI IN AMORE ?

Volare di fiore in fiore o scegliere qualcuno per la vita? I misteri dell'amore hanno incuriosito per anni gli scienziati, che si sono interrogati a lungo sul perche' molti siano felici di restare fedeli al proprio partner. E questo nonostante, a rigor di logica, rinunciare alla possibilita' di relazioni adulterine non abbia senso, dal momento che l'uomo in genere privilegia i vantaggi immediati a quelli a lungo termine.
Ebbene, secondo lo psicologo sociale Gian Gonzaga il fascino della fedelta' non e' piu' un mistero. L'esperto e' convinto di aver capito come l'emozione d'amore ci tenga lontani dalle braccia di aitanti sconosciuti, e perche' nel corso dei millenni la fedelta' si sia evoluta come 'collante' delle famiglie.
Gonzaga, ex ricercatore dell'Universita' della California attualmente al lavoro per un sito di cuori solitari, ha studiato 60 studenti che erano impegnati in relazioni sentimentali (in media da tre anni) sottoponendoli a un test per rilevare il grado di coinvolgimento amoroso e la fedelta'. Nel corso del test, a tutti venivano mostrate foto di un affascinante giovane, o di una bella fanciulla misteriosa. Mentre eseguivano l"esame', gli studenti dovevano cliccare un'icona speciale, ogni volta che pensavano alla bellezza tentatrice.
In particolare, si legge sul 'Daily Mail', 20 studenti dovevano raccontare per iscritto i momenti in cui si erano sentiti piu' innamorati del loro partner. Altri 20 dovevano descrivere gli episodi 'bollenti', in cui si erano sentiti piu' attratti sessualmente, mentre gli ultimi potevano raccontare quello che volevano.
Cosi' il ricercatore ha scoperto che il gruppo degli 'innamorati' cliccava la foto tentatrice solo un terzo delle volte rispetto al gruppo degli 'accesi dal desiderio', e un sesto rispetto al gruppo quelli di controllo.
Insomma, l'amore e' come un antidoto contro le tentazioni. "Questo - dice infatti Gonzaga - suggerisce che l'amore abbia una funzione distinta dal desiderio, e possa agire come una sorta di dispositivo che aiuta a mantenere l'impegno".

LA DIFFICILE RICERCA DEL VERO AMORE

Il principe azzurro o la moglie perfetta si trovano solo dopo 22 appuntamenti , tre notti di passione e tre relazioni a lungo termine
LONDRA
L’amore arriva in media dopo 22 appuntamenti, tre storie di una notte e tre relazioni a lungo termine. Secondo alcune coppie intervistate nel corso del sondaggio del sito BT PodShow, la ricerca del principe azzurro o della donna della propria vita, può essere addirittura più ardua: occorrerebbero la bellezza di 50 appuntamenti con possibili partner che poi non si rivelano essere quelli giusti, e, secondo il 9% degli intervistati, almeno 10 notti di passione con persone che poi non si rivedono più. «Questi risultati potrebbero essere visti come una cattiva notizia da chi sta ancora cercando l’anima gemella», ha detto «l’esperto d’amore» del sito, il «dottor Cockney», che ha però aggiunto: «Per un fortunato 25% dei britannici tuttavia, sono necessari soltanto cinque appuntamenti per trovare la persona giusta». Le qualità più ricercate nell’altro sono la capacità di parlare e comunicare i propri sentimenti e una vita sessuale attiva. Tra i difetti nei confronti dei quali risulta impossibile fare compromessi, invece, spiccano la cattiva igiene personale, uno scarso senso dell’umorismo e poca destrezza sotto le lenzuola. A consolare i cuori solitari c’è ancora un altro dato. Secondo gli esperti questo fine settimana sarà uno dei momenti migliori dell’anno per trovare l’amore: oltre ad essere la prima giornata di primavera, domani sarà anche una notte di luna piena e i quattro giorni di vacanza pasquale contribuiranno a mettere tutti di buon umore. E si sa, un bel sorriso rilassato è sempre più sexy del volto preoccupato e stanco di chi farebbe di tutto pur di non andare al lavoro. «La primavera ha un chiaro effetto sul comportamento delle persone. È un periodo in cui la gente si sente più sicura di sè e aperta all’amore. I quattro giorni di vacanza ci danno il doppio del tempo libero di un fine settimana normale, quindi una doppia opportunità di divertirci e trovare l’amore», ha detto al Sun l’esperta di relazioni Jo Hemmings.
(21/3/2008 fonte www.lastampa.it)

PENSIONATO PER GELOSIA UCCIDE LA SUA EX FIDANZATA E LA MADRE

CUNEO - Folle di gelosia, prima uccide la madre, poi la sua ex fidanzata e, davanti ai carabinieri, si spara un colpo in bocca. Francesco Briano, ferroviere in pensione, aveva 63 anni. Maria Manetto, la sua ex fidanzata, pranoterapista di Fossano, di anni ne aveva 61. E' stata uccisa ieri sera davanti al circolo per anziani a Fontanelle di Boves, una decina di chilometri da Cuneo. Nel 1984, Briano era stato arrestato e condannato a due anni di reclusione per avere cercato di uccidere la moglie e aver sequestrato, pistola alla mano, un sottufficiale di polizia e tre bambini. Non si rassegnava all'amore finito da tempo: ieri sera, Briano ha atteso che l'ex fidanzata salisse in auto con il suo nuovo compagno e le ha sparato un colpo di pistola. Ferita e terrorizzata, la donna ha cercato rifugio nei locali del centro per anziani, ma non è riuscita a sfuggire al suo aggressore. Armato di due pistole, Briano è entrato e ha esploso altri due colpi. Un proiettile ha colpito la vittima alla testa; il secondo si è conficcato nel ginocchio di un'altra donna, Olga Astegiano, 54 anni, che è stata trasportata all'ospedale di Cuneo in condizioni non particolarmente gravi. Dopo avere seminato morte e terrore, l'uomo è uscito dal locale e sul piazzale davanti all'edificio si è suicidato sparandosi in bocca. Ma i carabinieri, quando hanno sono andati a casa dell'anziano omicida, hanno fatto un'altra macabra scoperta: disteso sul letto c'era il corpo della madre di Briano, 87 anni, uccisa dal figlio. L'omicida aveva abitato negli ultimi anni in un alloggio affittato a Fossano in via Cottolengo e la madre si era trasferita in una casa di riposo nella stessa città piemontese. Alla rottura del rapporto con Maria Manetto, circa due anni fa, l'uomo però era ritornato a vivere con la madre nell'abitazione di Carcare.
(17 marzo 2008 fonte www.repubblica.it)