martedì 19 gennaio 2010

PILLOLA CONTRO IL MAL D'AMORE

VIENNA - Buone notizie per tutti i malati d'amore: un pillola, ricavata da una pianta africana, commercializzata ora come un rimedio miracoloso contro tutte le pene d'amore per innamorati abbandonati, traditi o trascurati.
Si tratta, come riferisce in prima oggi il tabloid austriaco Kronen Zeitung, di una pillola ricavata dagli estratti dei frutti esotici di un albero che cresce nella Costa d'Avorio, il Griffionia simplicifolia, che la società farmaceutica di Villach (Carinzia), Coropharm, sta per immettere sul mercato sotto forma di pillole.
In Africa i frutti di questa pianta sono noti, e consumati, da secoli. Adesso i suoi benefici sbarcano sul vecchio continente. Per cuori infranti, la pillola "Amorex" promette miracoli: il suo contenuto agisce sui messaggeri chimici del cervello (come gli ormoni), alterati a causa della pena, arrecando sollievo al malato d'amore.
FONTE: www.ansa.it

domenica 10 gennaio 2010

LE DELUSIONI D'AMORE SONO UNA VERA SOFFERENZA

MILANO - Non prendete in giro chi soffre per amore; se vi dice che sta male «fisicamente», credetegli. Perché amore, nel cervello, fa rima con dolore: le aree cerebrali che si attivano se non veniamo corrisposti sono le stesse accese quando proviamo un dolore fisico. Lo dimostra una ricerca, pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences, condotta dalla psicologa californiana Naomi Eisenberger su 122 volontari.
LO STUDIO - Le pene d'amore in realtà sono state ricreate in laboratorio, con un gioco in cui il partecipante veniva di volta in volta escluso da altri: una simulazione di rifiuto sociale. Quando la persona era respinta, la risonanza magnetica funzionale mostrava l'accensione della corteccia cingolata anteriore e dell'insula anteriore sinistra, le aree dove risiede la componente affettiva del dolore fisico, che si attivano quando ci facciamo male o abbiamo un fastidio costante. «I pazienti con una lesione in queste aree sentono fisicamente il dolore, ma lo vivono in modo distaccato» chiarisce la Eisenberger.
.... Che sia acqua bollente o una relazione sbagliata, insomma, poco importa al cervello: i segnali che invia sono identici. Tanto che si attivano gli stessi recettori cerebrali, quelli per gli oppioidi, in pratica gli interruttori su cui agiscono morfina e simili, che non a caso tolgono il dolore fisico, ma anche lo stress emotivo che lo accompagna.
PREDISPOSIZIONE GENETICA - I dati raccolti dalla Eisenberger vanno oltre: la psicologa ha dimostrato che c'è chi è geneticamente predisposto a soffrire di più. Studiando i suoi volontari si è accorta che una variante del gene per un recettore degli oppioidi si associava invariabilmente a una tendenza a patire di più il rifiuto sociale: le aree cerebrali attivate si allargavano, la persona in questione si sentiva proprio a terra.